di Ornella Martini
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Clik here to view.In questi giorni, visto che frequenta la terza media, come da programma, Irene ha cominciato a leggiucchiare I Promessi Sposi sboccoccellando un pezzetto qua, un pezzetto lì con qualche immagine sparsa qui e là. Consapevole della natura multimediale del romanzo che Manzoni aveva concepito, scritto e diretto, l’ho dotata di un’edizione completa (come la Superpocket, ad esempio), copia anastatica della edizione del 1840, di cui abbiamo già avuto occasione di parlare in varie occasioni durante le nostre lezioni universitarie (se ne trovano tracce nel nostro sito, in uno dei Diari di bordo, testimoni di tanti anni delle nostre attività didattiche).
Be’, è stata una riscoperta davvero piacevole, come è stato, un po’ di tempo fa, leggere I tre moschettieri di Alexandre Dumas. E nel primo capitolo, la lunga parentesi sul tema del rapporto tra potenti, arbitrio, impunità e uso delle leggi come strumento di dominio e sopraffazione è davvero straordinariamente lucida, efficace e attuale. Peccato che intere generazioni di italiani abbiano imparato da questo romanzo soltanto la noia mortale di una didattica della letteratura implacabile nella sua dubbia critica. Eppure, il romanzo ebbe uno straordinario successo di pubblico, una sorta di best seller ante-litteram: ce lo ricorda lo storico inglese della cultura Peter Burke in un saggio compreso nella grande opera Il romanzo, a cura di Franco Moretti; ne ha parlato a suo tempo Roberto Maragliano in un’altra pagina dei “Diari di bordo”.
Manzoni ha scritto, nello stesso tempo, un grande romanzo avventuroso e un affresco storico nel quale l’attenzione è rivolta ai poveri, gli onesti, gli inermi, di fronte al potere e al sopruso; una chiave metodologica che ha anticipato la storiografia del Novecento, quella della cultura materiale, della lunga durata, la microstoria.
Varrebbe, insomma, la pena di leggerlo questo romanzo, nonostante la scuola, per fare dispetto ai tanti innominabili del nostro presente. Da parte mia lo sto leggendo come un libro vero, alla ricerca di un pubblico reale, del suo interesse e del suo piacere autentico; devo dire che l’esperienza risulta davvero sorprendente.
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